TANTA VITA di Alejandro Palomas
Perché è un romanzo denso, un caleidoscopio dove i sentimenti si incontrano, si mescolano, si scontrano, e cambiano forme e colori.
Perché è un romanzo denso, un caleidoscopio dove i sentimenti si incontrano, si mescolano, si scontrano, e cambiano forme e colori.
Perché può capitare, a volte, che il dolore sia talmente grande da non poterlo “dire”, e allora è meglio soffrire in silenzio e credere che l’unica salvezza siano i ricordi da custodire per poi scoprire e capire che non è affatto vero.
E perché ci sono temi dolorosi quali l’assenza e la morte, ma questo libro in realtà parla di vita, tanta vita.
L’intensità e la potenza del romanzo: i dialoghi, gli incontri e gli scontri, le scelte fatte o fatte da qualcun altro, le situazioni drammatiche o esilaranti perché si può ridere e scherzare anche dentro una tragedia. E i personaggi di questa storia, caratterizzati magistralmente, lo sanno fare benissimo. E poi Mencìa: la nonna novantenne che non si fa sopraffare da nessuno, che ha modi bruschi e sfacciati, che parla chiaro, che mette a dura prova le emozioni di chi la ascolta e costringe a guardare in faccia la vita e a farci i conti, perché, dice lei, “a novant’anni si perde il pudore e, quando non c’è pudore, saltano fuori le verità scomode, le magagne”.
In realtà nulla, perché anche se a volte la lettura sembra incepparsi per i punti di vista che cambiano continuamente, questo scambio è parte della storia e rende ancora più forte l’effetto emozionale.
“Ci guardiamo. Madri e figlie, sorella e sorella, zia e nipoti, nipoti e nonna. Isole. Strana parola. Così circolare, così chiusa in una curva pericolosa che rende difficile la visione. Cinque lettere che ci divertiamo a spartirci tra noi. Tirando a sorte. La i incrostata delle ossa senza muscoli di Inés, con al fianco i suoi sogni e la sua poca realtà. La s per la sconfinata spericolatezza di Mencía e delle sue carte sempre segnate. La o per bea e le sue omissioni. La l perché Lía finalmente straripi, trascinandosi dietro tutte noi con la vita che le resta. E la e finale per me, perché si estenda a tutti i plurali che mi modellano e perché io possa imparare una benedetta volta a immaginare al singolare, a immaginarmi intera.”
Manuela Costantini consiglia, oltre a questo libro, tutti i libri di Alejandro Palomas.
Perché è un romanzo denso, un caleidoscopio dove i sentimenti si incontrano, si mescolano, si scontrano, e cambiano forme e colori.
Perché è una favola divertente e spassosa. Tenera e dolce. Capace di toccare nel profondo il nostro cuore entrando nei meandri della mente felina.
Quasi come in un diario, la storia che Stassi ci regala è quella di due ragazzi Matteo e Soledad. Storia che passa anche attraverso quella del nostro paese, attraverso gli anni della lotta politica che ha travolto un'intera generazione, attraverso gli anni del terrorismo e quelli delle comunità in cui ritrovarsi ed aiutarsi. E' la storia di quella...
Perché è un romanzo che inizia compostissimo e scomposto, ordine e caos insieme, in una casa in cui ci sono lavori da fare e che è per metà ristrutturata magnificamente e per l’altra metà lasciata in rovina, con lavori fatti male e non portati a termine.