OLTRE I CENTO PASSI di Giovanni Impastato

02.03.2025
Perché lo consigliamo?

La storia e la vita passata dell’Italia sono la memoria del presente e possono aiutare il futuro delle nuove generazioni ad essere florido, libero e lontano da retaggi omertosi e criminali che la mafia volutamente alimenta nelle coscienze delle persone. 

È un libro che andrebbe letto in tutte le scuole del paese, per non dimenticare figure come Peppino Impastato, che la mafia l’aveva in casa ma ha scelto di combatterla. Un modello da seguire! Insieme a lui nel 1977 un gruppo di amici inaugurano la nascita di Radio Aut, una radio libera nel vero senso della parola. Suo fratello Giovanni ci racconta, attraverso questo libro, le vicende di Peppino poco prima di essere ammazzato dalla mafia. Entra nell’intimo della battaglia che Peppino stava portando avanti contro questa organizzazione criminale, che aveva all’interno delle proprie mura di casa, e la successiva battaglia nel nome della legalità e della verità. Dichiarando che “non ci sono davvero cento passi per andare da casa di Peppino a quella del boss: si tratta di attraversare la strada. La mafia è ancora più vicina di quanto sembra. Eppure quella distanza, anche se minima, segna un abisso tra due mentalità opposte”. 

Giovanni raccoglie il testimone (per molti italiani questa vicenda si è conclusa con il ritrovamento del corpo di Peppino il 9 maggio del 1978), e con Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato che si trova a Cinisi (Sicilia) il ricordo di Peppino e di sua madre resta vivo. In passato era stata la vera abitazione della famiglia Impastato, oggi è un Museo che può essere visitato ed accoglie quanti vogliano conoscere la storia di Peppino e dei suoi assassini mafiosi; le sue porte si aprono per denunciare la società corrotta. 
 

Cosa ci è piaciuto di più?

Nel libro le illustrazioni di Vauro aiutano a comprendere la dissacrante veridicità della storia. La delicatezza con cui Giovanni tratta il tema della lotta di suo fratello Peppino e della forza di sua madre Felicia, si incastra alla perfezione con il grido di denuncia verso le istituzioni italiane e verso una società collusa, paurosa, omertosa e disonesta. L’attacco nei confronti della mafia è pungente. Le parole sono estremamente selezionate dal suo autore affinché ogni lettore possa identificarsi in Peppino o in Felicia, e mentre si scorrono le pagine, senza rendersene conto, si inizia a vivere la tragica verità di quegli anni bui che, in realtà, hanno investito tutta l’Italia e non solo la Sicilia. 

I libri di Peppino, ancora lì in ordine nella casa-museo, catapultano nel mondo della letteratura del Novecento, una cultura ricca, articolata, da L’essere e il nulla di Jean-Paul Sarte a La scomparsa di Majorana di Sciascia, da Camus con il suo La peste alle opere di Lenin. Questo ad indicare che i libri e quindi la cultura sono il nemico numero uno della mafia che, invece, vuole che la gente resti ignorante, poiché solo così può penetrare nelle loro menti infondendo paura e poterle, così, comandare. Mentre Peppino aveva capito che solo la conoscenza poteva e può rendere liberi: “contro la mafia, libri, libri, libri”.
 

Cosa non ci è piaciuto?

Nulla!

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Una frase da sottolineare


"Peppino che coniugava perfettamente la politica e la lotta di classe, che non considerava per nulla “fesserie” il diritto al lavoro dei disoccupati e insieme il diritto a un ambiente non saccheggiato dalla speculazione”.

“Non è affatto vero! La mafia si può sconfiggere! Ma bisogna avere il coraggio di dire che non l’abbiamo sconfitta proprio perché manca la precisa volontà politica di risolvere il problema. Giovanni Falcone la pensava in questo modo, quando parlava di mafia come di un fenomeno umano. Diceva della mafia: << Ogni storia, coma ha avuto un inizio, avrà una fine… non sono marziani che vengono da altri pianeti, ma uomini in carne ed ossa come lo siamo noi…>>.

Nello stesso tempo dobbiamo renderci conto che la mafia non è soltanto un fenomeno criminale, ma soprattutto un problema sociale e culturale: bisogna lavorare anche in questa direzione per sconfiggerla.."
 

Ilaria Muccetti consiglia questa lettura. E aggiunge: Peppino Impastato nacque a Cinisi, nella provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da Felicia Bartolotta e Luigi Impastato. La sua era una famiglia inserita negli ambienti mafiosi locali. Si dedicò alla lotta contro la mafia, per questo venne cacciato di casa dal padre. Venne assassinato a soli 30 anni nella notte tra l'8 e il 9 maggio. Tante le iniziative che gli sono state dedicate, in primo luogo, il famoso film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana, con Luigi Lo Cascio nel ruolo di Peppino Impastato. Nella colonna sonora l’omonima canzone realizzata dai Modena City Ramblers.


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