Il suo romanzo, pubblicato da Laurana Editore a gennaio di questo anno è stato insignito lo scorso 31 maggio del Premio Campiello Opera Prima. Premio davvero meritato, a nostro modesto parere. E' innovativo ed originale sotto tutti i punti di vista, così come recita la motivazione: nel linguaggio, nella drammaturgia, nell'impianto
e nel tema.
Fiammetta Palpati ci ha rappresentato attraverso una scena teatrale un microcosmo costituito da tre figlie - Natàlia, Lucia e Germana - che decidono di unirsi sotto lo stesso tetto per accudire le loro rispettive madri - Pina, Felicita e Adele. Tre madri che non riescono e non possono gestire da sole, ma che - si ripromettono - di poterlo fare nella nuova condizione. Un'idea strampalata, che pareva sensata, dapprincipio. E' un narratore a raccontarci quel che accade, una voce alla Bruno Pizzul o alla Paolo Poli, un uomo elegante, in smoking, fermo nel salotto della casa che accoglie queste sei donne. La voce narrante, con il suo linguaggio unico, riesce a farci vedere la stanza, i movimenti dei personaggi e delle cose, ma anche tutto quel che è fuori, nelle scale, nel giardino, nelle altre stanze, odori compresi. Ed allora il microcosmo si trasforma, si anima, si muove, si riempie di poltrone, damigiane, pulcini, di onesti vicini. E poi con l'arrivo di un nuovo personaggio che scombina ogni cosa: una suora o .. forse no!